Anche se è sempre più in voga l’utilizzo di acqua microfiltrata non solo nei locali pubblici ma anche nell’ambiente domestico, è importante sapere che questo è un processo che vede l’osservanza di specifiche normative.
Infatti, soprattutto i ristoranti hanno verso i loro clienti una certa responsabilità, per questo l’azienda fornitrice deve essere in grado di poter garantire per legge dei controlli in merito.
Vogliamo precisare che l’utilizzo di acqua microfiltrata, o anche chiamata acqua alla spina, è di certo una scelta conveniente e sicura, solo se si ci rivolge a un’azienda affidabile e professionale, oltre al fatto che nel caso del ristoratore deve avere le idee chiare su quali sono le sue precise responsabilità.
Ecco perché abbiamo voluto dare in quest’articolo una panoramica, più dettagliata possibile di quali sono le normative HACCP, quali parametri di sicurezza e controlli che fanno capo all’azienda fornitrice e quali, invece, sono le azioni e responsabilità del proprietario di un ristorante che ha deciso di installare nel suo locale un erogatore di acqua microfiltrata.
L’ acqua del rubinetto che arriva direttamente nel ristorante è controllata dalla legge e risponde a tutti i parametri da essa previsti.
Tali controlli vengono effettuati o dall’Asl della zona interessata o dalla società responsabile della distribuzione dell’acqua.
L’acqua microfiltrata si ottiene mediante un suo preciso trattamento fisico; i filtri presenta nell’impianto hanno il compito di trattenere tutte le impurità e i residui della sostanza che vengono usate per rendere l’acqua potabile, una di questa è ad esempio il cloro, oltre a queste vengono anche bloccati batteri e virus presenti nell’acqua ad un grado di 0,005 micron.
Ma quale è la frequenza dell’analisi di controllo imposta dalla normativa per gli erogatori dell’acqua potabile?
Vediamo cosa dice la legge a proposito in modo più dettagliato.
Le norme vigente in merito all’acqua microfiltrata sono finalizzate ad assicurare la salubrità degli alimenti, poiché l’acqua potabile, in quanto destinato al consumo umano è considerato come un vero e proprio alimento.
Quindi le aziende che ricorrono all’installazione di un erogatore di acqua microfiltrata devono essere in possesso di un apposito protocollo riguardante: manutenzione, installazione e tutti i controlli necessari per da evitare qualunque rischio sanitario.
Il Decreto Ministeriale 25 e il regime di autocontrollo non specificano quale analisi dell’acqua deve essere eseguito durante l’anno, questo perché ogni tipologia di dispositivo richiede un proprio sistema di controllo.
In conseguenza di questo, il Decreto definisce i parametri dei controlli di routine, ovvero: colore, sapore, torbidità, odore, pH, batteri, conduttività, coliformi, conta delle colonie a 22ºC.
Per quanto riguarda la responsabilità legale relativa agli impianti di acqua microfiltrata spetta al responsabile OSA nel caso in cui vige l’HACCP, mentre se assente fa capo al conduttore del locale dove si trova installato l’erogatore, quest’ultimo ha inoltre il compito di redigere un Piano della Sicurezza.
Le normative legislative a riguardo dicono che: ogni azienda che propone, vende, installa ed esegue la manutenzione, ha il dovere di dare alle figure di riferimento ogni informazione utile al fine di dare la giusta frequenza di campionatura necessaria.
Tutte le analisi che vengono svolte periodicamente devono essere conservate nell’apposito registro di impianto, che contiene anche il registro degli interventi eseguiti e le relative dichiarazioni di conformità.