Nella vita di tutti i giorni usiamo sempre l’acqua come fosse una fonte inesauribile lasciando aperta acqua corrente per lavarci i denti, lavare i piatti, fare la doccia, oppure compriamo acqua in bottiglia e poi non la consumiamo e per tante altre cose.
Questo atteggiamento non è assolutamente producente, ma anzi in un periodo come questo che stiamo vivendo oggi l’uso smodato delle risorse idriche va mediato dal buon senso di ognuno di noi. Detto ciò vediamo dei piccoli consigli su come poter controllare questo spreco e soprattutto parleremo di litri di acqua risparmiati da ognuno di noi che incidono di moltissimo sul consumo totale.
Basta pensare solo al fatto che se chiudessimo il rubinetto mentre ci laviamo i denti o chiudessimo il sifone della doccia si registrerebbe un risparmio di 6/10 litri ogni minuto, invece la cassetta del water regolata può regalare un risparmio di circa 26.000 litri all’anno. Inoltre installare elettrodomestici dotati delle nuove classi energetiche e controllare il contatore ci permette di tenere sotto controllo tutti i consumi e sopratutto poter rendersi immediatamente conto di eventuali perdite o guasti.
Ma oltre al consumo che facciamo tutti i giorni per gli svariati modi sopra elencati per un notevole risparmio e sensibilizzazione per l’ambiante e il consumo idrico analizzeremo i pro e contro tra acqua in bottiglia e acqua del rubinetto. Nonostante siano dedicate ad una simile tipologia d’uso cioè l’alimentazione sono gestiti da diversi piani di controllo, elementi trattati, sostanze disciolte e leggi che li regolano.
Parlando delle due leggi, nella fattispecie il Decreto Ministeriale del 10 febbraio del 2015 per l’acqua minerale (vedi decreto) e quello Legislativo del 2 febbraio del 2001 (vedi decreto) dedicato alle acque potabili oltre al fatto delle differenti origini e dei trattamenti preposti delle stesse ma soprattutto per il differente modo di diffusione bottiglie da una parte e tubazioni dall’altra.
Un esempio tangibile è dato dal fatto che i reagenti usati per la disinfezione dell’acqua d’acquedotto conferiscono un retrogusto sgradevole cosa che per le minerali non è necessaria. Addirittura se alcune acque minerali fossero analizzate con gli stessi metri di giudizio di quelle potabili non risulterebbero neanche conformi.
Questo perché alcune loro caratteristiche che le rendono magnesiache, calciche, ecc. nelle potabili viene trattata per abbassare la loro concentrazione altrimenti dannose per la nostra salute. Le norme prevedono che il consumatore venga informato nel modo migliore delle sostanze contenute soprattutto per capire in questo modo se l’acqua minerale in questione può essere consumata ad esempio da bambini, particolari mancanze minerali e così via mentre quelle degli acquedotti non hanno tali caratteristiche che le rendono adatte al consumo per lunghi periodi.
Andando ad analizzare nello specifico i pro e i contro delle due tipologie possiamo vedere come nelle acque minerali le differenti aziende oltre ai controlli per poter garantire caratteristiche e sfumature di sapori differenti, si sono concentrare per anni sugli indici di residuo fisso, ovvero meno ne contiene e più sarà leggera l’acqua in questione. Un’altro importante elemento da tener sotto controllo sia dal punto di vista salutare sia da quello più estetico è il sodio che ad alte concentrazioni causa problemi a livello cardiocircolatorio e favorisce l’accumulo di cellulite.
Al contrario, consumare acqua in bottiglia da una parte aumenta l’inquinamento ambientale a causa delle azione sconsiderate dei consumatori, dall’altra provoca un accumulo esagerato di un numero impressionante di rifiuti da raccogliere, riciclare e smaltire. Invece l’acqua del rubinetto raccolta da fiumi e laghi prima di diventare potabile passa come abbiamo detto per numerosi e rigidi controlli per poter poi essere fruibile nelle nostre case.
In alcuni casi da zona a zona a seconda delle riserve idriche e la facilità di reperimento e purificazione dell’acqua in questione si avranno parametri e statistiche differenti tra loro o addirittura parametri non presenti in altre riserve idriche.
Il maggior vantaggio è ovviamente la diminuzione dell’impatto ambientale causato dai rifiuti in plastica sul territorio e nei mari e quindi uno smaltimento quasi zero. Inoltre, una volta controllati tutti i fattori e gli indicatori per capire se quell’acqua può essere considerata potabile o meno, può essere aggiunto un depuratore d’acqua, filtri, addolcitori e tante altre soluzioni per migliorarne oltre che la qualità anche il sapore.